Ieri erano 57 giorni.
Ieri erano 57 giorni e avremmo litigato.
Tu con gli occhi all’ ingiù che trattenevano una pellicola d’acqua.
Io incazzato e basta, mi sarei avvalso del diritto di detestarti per 5 minuti.
Ma solo per 5 minuti.
Mi sarei avvicinato per primo, come l’ultima volta, e avrei iniziato in segno di tregua a contare i nei sulla tua schiena, che poi sono tanti. Ci avrei impiegato un quarto d’ora. Giusto il tempo che serviva a te per smaltire la collera.
Intanto avrei riso, ma senza farmi vedere, ricordando l’ultimo litigio, quando per farti sbollire la rabbia ci sarebbe voluta un’eternità e troppe schiene, e allora invece di contarli avrei preso una penna e avrei iniziato ad unire i punti ed a creare nuove costellazioni sui tuoi i nei.
Dopo avremmo fatto un giro in macchina perché a te piace vedere la luce che emanano quello schifo di lampioni arancioni a basso consumo che ci sono in piazza. E io l’avrei fatto, perché so che quegli schifo di neon ti piacciono un sacco, e allora avrebbero fatto un po’ meno schifo anche a me.
Ti avrei accompagnata a casa.
Ti avrei guardata aspettare l’ascensore.
Questa volta mi sarei avvalso del diritto di continuare ad amarti per molto più di 5 minuti.

 

Oggi sono 58 giorni.
Per oggi che sono 58 giorni avevo preparato una lista di cose comuni da fare.
Sono quelle cose che forse tra i giorni 25 e 26 mi avresti detto di non voler fare perché “non siamo come le altre coppie”.
Ho fatto una lista per oggi, la lista delle cose comuni,  di cose che fanno tutti.
Comprendeva andare a mangiare al ‘All you can eat’, perché con 10 euro dicono che mangi pure il cameriere. Ci sarebbe piaciuto ma avemmo pensato “si però la prossima volta pizza”.
Saremmo andati su a San Martino, perché è lì che si fanno i selfie con la panoramica, però nessuno di noi due avrebbe festeggiato il compleanno e allora avremmo cantato tanti auguri a qualcun altro.
Sulla lista di cose comuni io ti avrei regalato un Pandora. Lo so che non ti piacciono, ma è sulla lista delle cose comuni.
Nel pomeriggio ci saremmo lamentati della disoccupazione.
Ti avrei spiegato il fuorigioco e avresti finto di capirlo.
“I talent illudono le persone”.
“Questo papa è un tipo apposto”.
“Il fumo fa male”.
“Tu non mi ascolti”.
“Che ci importa degli altri”.
Come ti dicevo, cose comuni.
La cosa non comune e che ti sarebbe piaciuto tantissimo.
Domani saranno 59 giorni.
domani saranno 59 giorni e li avremmo dedicati ai complimenti  bizzarri.
Sono quasi sicuro che ci sarebbe stata anche qualche promessa.
‘Che lobi morbidi che hai’.
‘I tuoi sorrisi si abbinano perfettamente a tutti i vestiti che indossi’.
‘Assomigli ai fiori più belli che non ho mai visto’.
‘Mi piacciono le tue ginocchia’.
‘Profumi di autogrill’.
‘Che razza di complimento è?’
‘Nel senso che quando vivo di corsa so dove fermarmi a riposare… per poi ripartire’.
‘Hai un occhio più aperto dell’altro, ti dona”.
‘Sei bella’.
‘E me lo dici solo adesso?’.
‘Scusa, mi ero dimenticato di dirtelo questi 59 giorni’.
‘Dove andiamo adesso?’.
‘A scartare tutti i buoni propositi e a mangiarli come cioccolatini’.
‘Sai che non mi piacciono i cioccolatini ne fare propositi’.
‘Allora andiamo ad amarci nei giardini comunali iniziando tutte le frasi con “malgrado tutto”’.
‘Si, facciamo una prova’.
‘Malgrado tutto il freddo che fa, hai la pelle calda come quando in Camerun è mezzogiorno’.
‘Malgrado tutto il tempo che non ho, andiamo da te, devo finire di contare i nei’.
‘Eventualmente, mi prometti di non fantasticarmi troppo?’
‘Te lo prometto da 59 giorni, lo sai che non ci riesco’.

Domani saranno 59 giorni.
Domani saranno 59 giorni che non ci conosciamo.