“Tremate tremate, le streghe son tornate” ma questa volta non si parla di rivoluzione femminista del ’68 ma di streghe, fattucchiere, occulto, demonio, storie vere… delle janare insomma. Ecco una guida su come riconoscerle!

Tutta la Campania ha molte credenze popolari antichissime, tra queste quella più diffusa è il mito della janara o ianara. La strega beneventana, utilizzata anche come marchio per l’omonimo liquore.

Janare

esempio di Janara

Ma scopriamo qualcosa di più su questa affascinante leggenda:

– Il Nome

Janara o Ianara deriva probabilmente da dianarie, cioè sacerdotesse del culto di Diana.
Oppure il nome deriva dalla leggenda di Giano il dio bifronte, con una faccia sul viso ed un’altra dietro la testa. Protettore degli usci delle porte di casa (in latino ianua-ae), dio del mattino. Quindi le nostre care streghe potrebbero chiamarsi così per la loro pratica di entrare in casa dagli usci della porta.

– La doppia identità

Una janara non è che poi è sempre una fattucchiera, è più come un super eroe mascherato. Compiono malefici ed incantesimi, preparano filtri magici e pozioni. Ma non ne conosciamo: di giorno possono essere delle insospettabili pie donne o business woman.
Mentre la notte, dopo essersi cosparse le ascelle (e vi assicuriamo che non è deodorante), di un unguento magico partecipano ai loro Sabba.

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Streghe riunite per venerare Sabba

– I rituali del noce

“Sott’a l’acqua, sott’a ‘r vient, sott’a la noc d’ Bnvient
(sotto l’acqua e nel vento, sotto il noce di Benevento)”

Esoterismo allo stato puro. Tradizione vuole che le janare si incontrassero sotto il noce sempreverde di Benevento (ora non più esistente) la notte del sabato. Sotto i rami di questo antico albero celebravano i loro riti orgiastici congiungendosi con spiriti e demoni sotto forma di caproni o cani.

Le janare, come Cenerentola, deve rientrare prima dell’alba e del suono della campana del mattino.

Ed oggi dove si incontrano? Non lo so, ma diffidate dagli alberi di noce.

– Un soffio di vento

Hai sentito uno spiffero? E se fosse una strega?

Quando di notte si trasformano, non sono solo creature in grado di volare, ma hanno “la consistenza del vento” e penetrano sotto le porte, dalle finestre, sotto forma di leggera brezza.

– Basta un poco di zucchero… o di sale

Per ostacolare il loro ingresso, dietro alle porte e alle finestre vengono appesi sacchetti di sale o scope.
Perché l’unica difesa contro la janara è sfruttare la sua la passione nel contare tutti gli acini di sale o tutti i fili della scopa. Attratta da questa sua dipendenza non si accorgerà del sorgere del sole. Hai solo l’aspirapolvere? Cosa aspetti riempi il sacchetto di sale marino iodato.

– Cattive, ma veramente cattive

Sono la causa di diversi malefici: possono provocare aborti o essere la causa di infertilità, “torcere” i bambini, facendoli piangere dal dolore e causarne la deformità, roba veramente seria.
Le janare sono anche responsabili della sensazione di “oppressione” sul petto che a volte avverti mentre stai placidamente riposando con il televisore su MTV.

– Ed anche dispettose

Come se non bastasse, stai pensando, ed hai ragione. Le janare sono conosciute anche per i dispetti che fanno ai contadini, rompono gli strumenti di lavoro, fanno marcire sementi e provviste. Di mattina si possono trovare i cavalli sudati, come se avessero cavalcato per tutta la notte, e con le criniere piene di numerose treccine.

Ora hai tutti gli strumenti per difenderti.

La leggenda della janara è una tradizione affascinante, che continua nei detti popolari ed in storie che si possono ancora ascoltare. Basta pensare in quante case c’è una piccola scopa appesa dietro la porta.

E tu, hai sentito o vissuto qualche storia del genere?