Agosto è alle porte ormai, nell’aria aleggia il tipico clima pre-partenza. Immaginiamo due stanze di due ragazzi tra i 22 e i 25 anni, ma ne possono avere anche 28 o 30, un ragazzo e una ragazza; le due stanze sono lontane, entrambi preparano la valigia per le tanto desiderate e meritate vacanze dal lavoro, dallo studio, dalla famiglia.
La scena è più o meno la stessa; quasi sicuramente nella valigia della ragazza ci sono più vestiti, più scarpe, più creme. Si tratta di una scelta meticolosa di quale maglietta, quale jeans, bracciale, quali scarpe bisogna mettere in valigia. Dobbiamo sentirci belli e onnipotenti, dare il meglio di noi stessi in vacanza.

Ma perché?
Perché dobbiamo rimorchiare no? Sì, proprio così. Rimorchiare, abbordare, agganciare, attraccare, pusteggiare; da Nord a Sud dello stivale la vacanza scatena tali tempeste ormonali che la foresta pluviale a confronto pare un semplice bosco.

Chi incontreremo a quella festa? o sulla spiaggia? Si cerca la storia estiva da raccontare all’amica nel freddo inverno, l’avventura di cui vantarsi al bar con gli amici; anche se, si sa, il più delle volte noi uomini tendiamo ad esagerare (è inutile che vi nascondete lo avete fatto anche voi, lo so). Insomma tutto ruota intorno al metodo: ci hanno scritto trattati, canzoni, poesie, libri su come far colpo, sull’arte del “Pusteggiare”.

Allora anche qui esce fuori la fantasia tutta napoletana, perché è di questo che stiamo parlando, del “come si comporta il ragazzo/a napoletano nella fatidica stagione degli accoppiamenti?”
Ho sempre sentito dire: i ragazzi napoletani hanno una marcia in più (magari a casa loro non battono chiodo) oppure: eh le napoletane, che donne! Perché c’è questa differenza? Nient’altro che tecnica, fantasia e ritmo: fin da ragazzini si sviluppa un desiderio di conquista dell’altro sesso che ti porta ad essere brillante, simpatico, sarcastico, come dicevo tira fuori il meglio di te. E talvolta, ahimè, anche il peggio.

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Siamo nel momento dell’approccio ed è qui che viene fuori la vera nostra essenza, eh sì, dalla fatidica frase che tutti hanno sentito, il primo che l’ha pronunciato per nome si perde nella notte dei tempi, accostando con lo scooter una ragazza: “scusa bella, ti pozzo conoscere”? Sappiamo a che categoria appartengono  e sappiamo che la ragazza che cederà a questo tipo di Pusteggia sarà la ragazza perfetta per lui, mettici anche il romanticismo spicciolo del: Ma tuo padre fa il ladro? Perché ha rubato le stelle per farti gli occhi, ce ne siamo fatte di risate.

Fino ad arrivare al belloccio, demente che mette in mostra tutti i soldi buttati in palestra e dal tatuatore, che sta lì imbambolato, con la faccia da punto interrogativo ad aspettare la svampita di turno che con la leggerezza estiva riesce a sembrare anche interessante;  sarà lei ad approcciare lui, perché è difficile che con quella faccia sappia mettere 3 parole in croce.
Chi belloccio non lo è (come me)  si inventa milioni di tecniche di pusteggia, c’è chi si lancia sulla simpatia; chi, invece, su una dote o un talento oppure che so, suoni la chitarra? Allora la spiaggia di notte sarà il tuo palcoscenico e l’atmosfera romantica farà il resto a meno che non siamo di fronte a una di quelle ragazze tutte feste e cocktail offerti; in tal caso abbandonate la chitarra a casa, gonfiate bene il portafogli che dopo aver bevuto a vostre spese per tutta la serata, lasciandovi quel barlume di speranza, nel migliore dei casi si è fatta “pusteggiare” dal buttafuori che all’ingresso ha fatto anche storie per farvi entrare, perché non capiva come si leggeva il cognome che avevate dato. Ma non demoralizzatevi, è meglio così. Voi non siete bellocci, meritate molto di più e ricordiamoci che siamo pur sempre napoletani, noi abbiamo la marcia in più.

Ricordate sempre le tre paroline magiche: tecnica, ritmo e fantasia.

Ma torniamo ai nostri amici che preparano meticolosamente la valigia per le vacanze: lui napoletano ovviamente, lei, non lo so fate voi, tanto potrebbe essere anche londinese o tedesca o di una piccola regione sperduta della Romania, il ragazzo napoletano saprà farsi capire bene, parlando in perfetto napoletano.

I due sono diretti nello stesso posto di vacanza, sole, mare, feste, si incontrano, non si parlano ma si guardano. Lo sguardo da pesce lesso tu non lo sai, ma ce l’hai anche tu; allora un sorrisino, parte la prima banalità che gli viene in mente, lei se lo aspettava da come lui la guardava e sapeva a quale banalità poteva andare incontro però la serata va avanti e superata la banalità iniziale lei comincia a pensare: “pero’, niente male dai, è interessante”. Parla fluentemente, ogni tanto le lancia uno sguardo, tiene banco con qualche battuta originale, il ritmo della conversazione si intensifica; ogni tanto ma molto raramente inserisce nel discorso qualche parolina in dialetto napoletano comprensibile che fa tanta simpatia e se non la capisce, ancora meglio! Avrà un buon argomento per spiegargliela e continuare a parlare. A rompere l’incanto è sufficiente un fugace scambio di sguardi con un’altra ragazza, che fa per un attimo la svampita ed cecco che la diretta interessata, da preda si trasforma magicamente in predatrice, tira fuori gli artigli sarà lei che chiede magari, di andare a ballare quella canzone oppure di andare a prendere un’altra birra, è il gioco di ruolo più antico e genuino del mondo. Siete dei veri conquistatori, almeno per stasera, visto che la cosa vi è andata bene, gonfiate il petto e continuate così, state andando alla grande. Siete Napoletani.

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Questo è solo uno degli esempi più eclatanti di tecniche del corteggiamento, dove le avventure estive probabilmente sono il vero motore dell’economia vacanziera, ma le tecniche di pusteggia sono infinite e possono essere applicate in qualsiasi periodo dell’anno, pero’ ricordatevi sempre che l’estate passa, si riparte e se avete finto di essere ciò che non siete va bene, ma a casa, a Napoli state molto attenti perché i ragazzi napoletani avranno pure una marcia in più,
Ma le napoletane, che donne!