C’era una volta un luogo, che luogo non era, ma cosa era?

Ecco l’inizio del nostro viaggio, un luogo che si vede, si tocca ma allo stesso tempo non esiste, perché non è caratterizzato: il centro direzionale di Napoli, moderno complesso di grattacieli, unico in Italia e nell’Europa meridionale. Amato, odiato, criticato, offeso e apprezzato, esiste nel suo non essere. Non esiste perché secondo la definizione di non luogo, il centro direzionale non è identitario, non ha relazioni storiche e di continuità spaziale, da San Martino sembra un fiore di loto biomeccanico. Struttura di passaggio, come la stazione, sua stretta cugina, immersi nei reperti di archeologia industriale di via Gianturco.
Un'immagine del centro direzionale di Napoli fonte: witness.fotoup.net

Un’immagine del centro direzionale di Napoli fonte: witness.fotoup.net

Il centro direzionale è ascensore, è vetro che riflette quello che c’è intorno, non quello che c’è all’interno, è business, è traffico di informazioni, di denaro, compra vendita, merci, è un non essere. Non ha storia come il resto della città ma è un luogo dove migliaia di persone entrano in relazione spinti dal bisogno frenetico di consumare, di accelerare. Telefoni che squillano, fax che inviano, mail che partono, corrieri, lettere, pranzi d’affari, affari senza pranzare,
pranzi a volo e caffè, caffè, caffè, litri di caffè.

Eppure nel non luogo c’è chi trova una dimensione. Passeggiate nel centro direzionale verso le 17,00, cambia tutto: giovani traceurs praticano parkour, volteggiano intorno a businessman che al telefono evitano gli skaters. E nella piazza una rappresentante delle comunità africane gioca a calcio. I non luoghi permettono a chiunque di interpretare lo spazio e nei video di musica rap il CDN diventa la nostra New York. Ma è anche il luogo del footing, delle passeggiate adolescenziali e del mercatino degli agricoltori diretti, delle campagne di doniamo il sangue, doniamo per il progetto in Africa, nelle strade intorno i parcheggiatori abusivi e le prostitute, ma non ci sono i fuochi, e i parcheggi pieni e amministratori, avvocati, delegati.

Telefonate e telefonate, chiacchiere e conference call, progetti, progetti, progetti, e il tango argentino in pausa pranzo in piazza. Anche se di metallo, vetro e cemento, il CDN è il luogo che rappresenta la liquidità pura
dell’epoca postmoderna.