Napoli è una città di musica, più di tanti altri luoghi d’ Italia e, perchè no, del mondo. Lo è sempre stata, se ci si pensiamo bene. La musica rende tridimensionale e più profonda la nostra città, scoprendone tutte le luci e le ombre. In provincia tanto quanto al centro, proliferano tantissimi giovani strumentisti, cantanti, autori, ognuno con la propria storia da raccontare usando parole e note. Ed è qui che nasce il distinguo: c’è chi lo fa per passione al di là del risultato e chi per lavoro con l’obiettivo di arrotondare. Nobile è l’intento in entrambi i casi, diverso il risultato. Ed è proprio quando la passione supera ogni limite che si hanno le soddisfazioni più inaspettate.

 

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Copertina Album de La Maschera ” O vicolo e l’alleria”.

Credo che passione sia la parola giusta per definire la musica de “La Maschera”. Tra le band più forti e interessanti del panorama musicale napoletano, si formano nel giugno del 2013 in un’associazione culturale di Villaricca. La caratteristica line-up del gruppo vede componenti piuttosto eterogenei tra loro e l’intento iniziale era quello di fondere canzoni scritte in napoletano sullo stile dei cantautori partenopei con la sonorità data dall’uso della tromba. Il tutto arrangiato con chitarre acustiche, elettriche, mandolino e violino. Tanto che descrivere il genere musicale della band è un compito abbastanza arduo poiché raccoglie le contaminazioni musicali della città di Napoli nonchè degli ascolti dei singoli musicisti componenti. Se proprio vogliamo cedere alle etichette, li si può considerare in stile folk rock. Il nome del gruppo nasce dalla fusione di un potente simbolo della cultura napoletana come Pulcinella unito alla volontà di raccontare storie di vita vera, di persone e personaggi, di quartieri e di vicoli, senza alcun filtro. Senza maschere, appunto.

 

Si sa, per desumere la poetica e il pensiero di un qualsiasi autore, letterario o meno, bisogna guardare le loro opere. E’ sempre tutto nei loro versi. O anche nella musica, in questo caso. Il primo disco de La Maschera intitolato “O’ vicolo e l’alleria” sono i più bei quaranta minuti di musica nuova made in Naples da mesi a questa parte. Canzoni cariche di suoni mediterranei e non, folk e blues che raccontano storie dove i protagonisti sono l’amore, il dolore, la
nostra terra e il desiderio di quell’ “alleria” che ogni napoletano desidera quando si trova davanti alle infinite contraddizioni della sua città. Ed è proprio ciò di cui parla il pezzo di apertura del disco “Pullecenella”, dal ritornello potente e che contiene il verso che da il nome all’ep. Un incipit che suona simile a una tarantella unita a suoni di tromba che ne stemperano il clima. Già dalle prime notesi capisce di trovarsi a metà strada tra la tradizione e il rinnovamento di questo stile musicale. Altro topos caro a Napoli è la significativa storia raccontata ne “O marenaro”, accompagnata da un ritmo deciso e sostenuto. “So sempe stato cca” e “Smile on your face” sono il trait d’union tra la giovane band e il maestro Pino Daniele degli esordi, colta soprattutto nell’uso dell’inglese e della lingua napoletana. Incredibilmente intensi come solo un De Andrè avrebbe fatto sono la denuncia alle violenze perpetrate al territorio campano (“Gente e nisciuno”) e “La Confessione”, storie di umanità viste attraverso gli occhi di un
parroco. Il disco è un carnevale di suoni e parole.
Ilgruppo ha già all’attivo due video, la partecipazione al Disco Days e un’intervista al TG3. Per non parlare delle numerose date live dove propongono la loro musica che li tengono impegnati nei locali in giro
per la Campania. Si parlava di passione, quella che fa nascere le cose e che muove il mondo. L’attore italo-americano John Turturro ha dedicato, nel 2010, a Napoli e alla sua musica un film. Se avesse ascoltato La Maschera, il gruppo avrebbe sicuramente fatto parte della colonna sonora. La pellicola era intitolata “Passione”. E i ragazzi Roberto Colella, Vincenzo Capasso, Eliano Del Peschio, Alessandro Morlando e Marco Salvatore ne hanno da vendere.

Yes they know their way.
di Andrea Farina