E se prendesse forma l’idea che Napoli, nella sua estensione, è figura di un’altra Napoli al suo di sotto? 40 metri di profondità ed ecco che vien fuori, come un luogo preservato dalla storia, come il punto in cui il vecchio dà più meraviglia del nuovo, Napoli Sotterranea.

La suddetta Napoli, che si nasconde nelle viscere della città, consta di caverne, cunicoli, strettoie risalenti al III secolo a.C., a quando i greci, stabilendosi a ‘Nea-polis‘, trovarono in queste cave quantità enormi di tufo, che servì per rafforzare le mura della città partenopea che da poco tempo aveva perso l’appellativo di ‘Pale-polis‘; ma servì anche per costruire templi e, proprio nelle cave napoletane, degli ipogei funerari strutturati in più ambienti. Il tufo; Napoli è stra-piena di tufo, una pietra di origine vulcanica e di semplice lavorazione: il Castel dell’ovo è un esempio perfetto delle potenzialità di questa pietra.

Le cave sono sempre state una parte integrante della città di Napoli: in epoca romana, I secolo, queste caverne furono ampliate per contenere l’acqua piovana; l’ingegneria romana fu in grado di trasformare questo complesso di cave in cisterne, in un acquedotto efficientissimo che, anche se aggiustato e adeguato nel corso poi dei secoli, ha dato acqua alla città di Napoli fino al 1885. La storia riporta una data, il 1853: in quest’anno re Ferdinando II di Borbone commissionò all’architetto Enrico Alvino, di costruire il ‘tunnel borbonico’: il tunnel avrebbe dovuto collegare, per ragioni evidentemente militari, la caserma di Palazzo Reale con quella di via Morelli; lavori che comunque non videro conclusione per motivi finanziari e vista l’imminente Unità d’Italia.

Queste caverne divennero di un’importanza vitale, quando durante la seconda guerra mondiale il popolo di Napoli, vittima dei bombardamenti alleati e per sfuggire a morte certa, trovò riparo e protezione in questi cunicoli. Si calcola che all’incirca 150 cavità sotterranee vennero disposte a ricoveri; ritrovati poi, a testimonianza di ciò, letti e sedie che furono portati dai rifugiati durante il bombardamento più massiccio, quello del 1943. Napoli è intrisa di storia, di mito e aleggia nel suo perimetro un non so ché di mistico: nelle sue profondità, anche lì, si palesa la sua maestosità.