Vestiti troppo grandi, trucco inadatto, oggetti che non indossereste neanche sotto tortura: “sa benissimo che odio gli orecchini grandi, perché me li ha regalati?”.

Questo è solo uno degli interrogativi che ricorrono durante le festività natalizie, nel catartico momento dell’apertura dei regali. Oggetti per signora riciclati per ragazze, abbinamenti orribili di colori, magari sgargianti, “presentati” a chi preferisce vestire di nero. Il tutto, perdipiù, in uno scatolo “segnato” da scotch vecchio oppure avvolto in carta stropicciata… Come comportarsi di fronte a situazioni del genere?

Come ogni anno, torna il 25 dicembre e, con esso, tornano le tradizioni e le abitudini, anche quelle “forzate” di cui si farebbe volentieri a meno. Come si dice a Napoli, “s’adda fa, è ‘a devozione!”. E’ così che, grazie o  a causa della cosiddetta “devozione”, molti si ritrovano costretti ad uno scambio di regali con persone che incontrano solo “a Pasqua e a Natale”, ovviamente senza sentire di dover soddisfare il gusto altrui.

Quella strana sensazione di averlo già visto da qualche parte si trasforma così in certezza. Di conseguenza, la domanda sorge spontanea: se si ricicla è per tirchieria? Per rispondere a questo interrogativo chiedetevi se chi risparmia sui regali lo fa anche sulle sue spese e i suoi “sfizi”. E se è per risparmiare, non si farebbe più bella figura a presentarsi con un cioccolatino o un fiore piuttosto che con carta regalo usata l’anno prima? Inoltre… Soffermatevi sullo stato d’animo di chi riceve: come si sentirebbe chi ricicla se facessero altrettanto nei suoi confronti? Non per fare i materialisti, ma risparmiare “a tradimento “su un regalo, svaluta il rapporto stesso che si ha con l’altra persona. E se a fare il riciclo è la cognata o, peggio ancora… La suocera? Qual è l’atteggiamento giusto? Non dirlo per educazione o farlo lasciandosi prendere dalla rabbia? O ancora, farlo presente ai vostri lui o lei che si ritroveranno in mezzo e non sapranno come agire? Tanto vale essere diretti e parlare con diplomazia… Del resto, chi ha riciclato (ammesso che lo abbia fatto per tirchieria), non è stato educato nei vostri confronti.

Voi, però, l’educazione non mettetela da parte che non ne vale la pena. Piuttosto, al massimo fate una battutina per far capire che stupidi non siete! Donare qualcosa di riciclato spacciandolo per nuovo, non è forse peggio che regalare un prodotto “pezzotto” dichiarato? Del resto, non tutti possono permettersi borse o capi firmati. Che male c’è, dunque, a comprare un falso sapendo di farlo? La falsità nasce, invece, dalla convinzione di “far fesso” il prossimo, di fare un regalo perché si deve “per devozione”, tanto per farlo, o addirittura, paradosso dei paradossi, credendo di far bella figura! E’ certo sì che, come si suol dire, basta il pensiero, ma sarebbe meglio evitare quello dell’anno prima! Insomma, verrebbe proprio da dirlo alla napoletana: “sparagnatavello ‘stu regalo”, in tutti i sensi!

Francesca Martire