Amare per diffondere il gusto è importante”.

Con questo prezioso punto di vista Alessandra Rubinacci, erede dell’impero sartoriale Rubinacci, ci accoglie nel salotto del gusto di Via Chiaia durante lo scorrere di una giornata di primavera, che ben riflette tutto il fascino di Napoli al cospetto del suo sole.

Donna di gran fascino e profonda ironia, ci fa strada verso l’ala relax dello show room, tra eleganti capi – dettami di un profondo stile – e scaffali colmi di stoffe che sembrano un po’ sovrastarci piacevolmente.

Non ce ne rendiamo conto immediatamente, ma siamo immersi nella storia. Siamo di fronte ad una allegoria della passione, poiché Rubinacci rappresenta un brand di intenditori di buon gusto risalenti all’epoca del novecento che vestivano per trasporto, per amore.

Noi elargiamo un gusto, e non è il vestito fatto meglio o fatto peggio, ma è la ricerca di uno stile. Non mi interessa quello che è di tendenza, a me preme che la personalità di quell’individuo venga fuori attraverso ciò che indossa”, ci racconta con fare volitivo.

La Maison nasceva con la volontà di creare un connubio tra il linguaggio inglese e l’espressione napoletana del secolo novecentesco, di fatto il logo del laboratorio porta la sigla L.H., ossia London House.

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Mio nonno era un estimatore del gusto inglese, lui sceglieva le persone da vestire e facevano parte di un mondo tutto aristocratico. Di fatto, ad oggi noi siamo la prima casa di moda napoletana a possedere una collezione esposta al Victoria and Albert museum di Londra.”

Un uomo profondamente coinvolto dal suo lavoro, alla continua ricerca di materiale esclusivo. Da qui nasce la cultura profonda per il vestire che erediteranno poi le generazioni successive. Alessandra ci spiega che non si tratta di mera e semplice passione per la moda, ma di vero e proprio patrimonio di conoscenza tradotto in emozione che emerge di continuo, anche nel solo contatto con le stoffe.

Fare l’amore con i tessuti. Quando tocchi una lana mohair, una tasmania, nasce la passione, non ti fermi al vestito, ma ne vuoi sentire la sensazione addosso. Come quando indossi una camicia di seta e ti senti avvolto, come se avessi una seconda pelle, ricevessi un abbraccio o una carezza. Descriverei i tessuti con i gesti”, ci dice poeticamente.

Devozione e attrazione per tutto ciò che va a sposarsi con il senso estetico e soprattutto con l’eleganza. Alessandra Rubinacci ci regala una lezione di stile inconsapevolmente, che nasce quasi da un’attitudine più che da uno sforzo: “E’ una cosa innata, noi possiamo farla esplodere in questo senso, ma la si possiede già di per sé. Non ha a che vedere con la bellezza; se in una stanza entrano due donne, una bella ed una elegante, l’attenzione va alla seconda inevitabilmente. L’eleganza è un modo di porgersi, di camminare, di parlare.” Ed in qualche modo ci invita a riflettere sulla perdita di questi canoni.

Occorre incuriosire vestendosi, senza eccessi, ma con fare disinvolto e raffinato. Comunicare questo stato d’animo, arrivare alla gente, quanto può essere difficoltoso nei giorni della globalizzazione dello stile, dei social che continuano a promuovere modelli errati e talvolta inesistenti realmente?

Alessandra ci risponde con fare fiducioso. “Alla gente ci arriviamo perché vedono in noi dei maestri, si è ormai creata questa differenza tra il Maestro d’arte appassionato ed il designer che comunica per vendere. Piuttosto la persona vuole che le si venga raccontata la storia di ciò che sta indossando, che ricerca c’è dietro. Qualcuno ci chiede ancora di salire in laboratorio.”

Attraverso questa full immersion capiamo quanto Rubinacci sia un lifestyle che lascia spazio ad un mondo quasi onirico, in cui possiamo immaginare gentlemen londinesi ben vestiti, che sorseggiano del whiskey e fumano sigari di pregiata qualità in una antica dimora inglese di epoca vittoriana.

Succede tutt’oggi in Via Montenapoleone a Milano nel Club Rubinacci, nei pomeriggi di condivisione in cui tutto ciò che si vede e si degusta è di massima raffinatezza.

Un’atmosfera extra lusso, e questo non vuole essere un atteggiamento spocchioso, ma è un impegno che prendiamo per ricercare l’eccellenza in tutto e sempre. E non è un caso che tra i nostri clienti figurano aristocratici inglesi e celebrità.”

Decisamente tutto è al suo posto, con le dovute ragioni.

Ringraziamo Alessandra Rubinacci per questa inestimabile condivisione.